L’intelligenza artificiale nel dating: autenticità e simulazione

Nel 2025 The Guardian ha pubblicato un’inchiesta sul nuovo fenomeno del “chatfishing”, cioè l’uso dell’intelligenza artificiale per scrivere messaggi nei servizi di dating online (“I realised I’d been ChatGPT-ed into bed”, The Guardian, 12 ottobre 2025). In pratica, alcune persone si fanno aiutare da ChatGPT o da strumenti simili per conversare, flirtare o perfino creare un legame affettivo.

L’idea di fondo è semplice: l’AI diventa una sorta di “assistente sentimentale” che suggerisce cosa dire, come dirlo e quando. Per molti è un modo per superare l’ansia o la timidezza, per altri uno strumento di ottimizzazione, come se il corteggiamento fosse un processo da rendere più efficiente attraverso un algoritmo.

esempio di chatfishing

Il problema, come osserva il Guardian, nasce quando la persona reale non coincide più con quella che ha “parlato” nella chat. Chi riceve quei messaggi crede di dialogare con un individuo, ma in realtà sta leggendo un testo generato da un modello linguistico. La relazione, che dovrebbe basarsi su sincerità e intenzionalità, si costruisce su una rappresentazione artificiale. È un problema di autenticità, non di efficacia.

Quando poi la conversazione si sposta dal digitale al mondo reale, la discrepanza può diventare evidente. Chi ha parlato con disinvoltura online può risultare impacciato o distante di persona. Non si tratta necessariamente di un inganno, ma di un disallineamento tra l’immagine costruita e la realtà vissuta.

Il chatfishing solleva anche un problema di trasparenza. L’altro ha diritto di sapere che parte di quella conversazione è stata scritta da un’intelligenza artificiale oppure no? Se il consenso si fonda su una percezione distorta di chi sta “dall’altra parte”, la relazione può trasformarsi in un esperimento di manipolazione, anche involontaria.

Dietro la leggerezza apparente del fenomeno si nasconde una domanda più profonda: quanto del nostro modo di comunicare è ancora autentico, e quanto è già filtrato da strumenti che parlano al posto nostro?

In senso più ampio, il chatfishing mostra come la simulazione stia diventando parte integrante dell’identità digitale. Un tempo si mentiva sul profilo o sulla fotografia, oggi si può mentire sul linguaggio stesso. Non è più necessario fingere chi siamo, basta far scrivere qualcun altro per noi.

L’intelligenza artificiale non sostituisce la persona, ma ne modifica la percezione. Amplifica certe caratteristiche, ne nasconde altre, e finisce per creare un’immagine intermedia: né vera né del tutto falsa, ma costruita.

Del resto, la tecnologia ha già attraversato altre forme di inganno percepito. Quando comparve Photoshop, molti temettero la fine della fotografia autentica. Oggi sappiamo che la manipolazione digitale può essere usata per alterare la realtà, ma anche per migliorare la comunicazione visiva o per creare arte. Lo stesso vale per l’intelligenza artificiale: non è l’inganno in sé a definire il problema, ma l’uso che ne facciamo.

Come rileva The Guardian, il chatfishing è il segno di una trasformazione più profonda, che investe la natura stessa della comunicazione. L’amore, che nasce dal linguaggio, entra ora in una zona grigia dove la sincerità può essere simulata e la fiducia diventa un atto di fede non nella persona, ma nel testo stesso.

Personalmente non so se sia un bene o un male. Il progresso, in ogni epoca, ha ridotto alcune abilità umane ma ne ha potenziate altre. L’introduzione della calcolatrice, per esempio, ha forse indebolito la capacità di calcolo manuale, ma non per questo sono scomparsi gli ingegneri: molti di loro oggi non sanno estrarre una radice quadrata a mano, eppure costruiscono ponti e palazzi con una precisione impensabile in passato.

Persino la foto di questo articolo è frutto dell’intelligenza artificiale. Mi sono bastati pochi minuti, mentre a mano avrei impiegato giorni e forse non ci sarei mai riuscito. È un piccolo esempio di come la tecnologia non sostituisca le capacità umane, ma le estenda in direzioni nuove.

Per questa ragione non so se l’uso dell’intelligenza artificiale nelle chat sia una forma di inganno o un aiuto per avvicinare le persone. Come ogni tecnologia, anche l’AI è soltanto uno strumento, e il suo valore dipende dallo scopo e dall’intenzione con cui viene usata.

È un argomento che richiede una riflessione più ampia, perché non riguarda solo la tecnologia, ma il rapporto sempre più complesso tra l’essere umano e le proprie rappresentazioni digitali.

Andrea Minini - 17/10/2025

 
 

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